Considerazioni sullo sviluppo sostenibile

Esiste un legame forte e necessario, che unisce il problema del riscaldamento globale, a quello dello sfruttamento delle risorse presenti nel sottosuolo del nostro pianeta. L’ambizioso quanto dovuto obbiettivo di limitare l’incremento di temperatura a 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali è spesso ricondotto ad un incremento del consumo di energie rinnovabili e al miglioramento dell’efficienza energetica in ambiente domestico e industriale.

Tuttavia, la visione di uno sviluppo realmente sostenibile non può prescindere dal contesto globale, dove i paesi occidentali, leader nell’industria manifatturiera e nella raffinazione di materiali grezzi, non possiedono le risorse necessarie a garantire l’attuale intensità di produzione.  

Le risorse, infatti, si trovano altrove: Cina, Africa, Sud America, Medio Oriente.  

La creazione di un mercato globale è un riflesso di questa condizione, ma non ne rappresenta una soluzione. Nelle previsioni che ci portano al 2050, lo sviluppo dell’economia nei paesi extra-europei, dove oggi il consumo di risorse pro-capite è largamente inferiore a quello europeo, porterà ad un graduale aumento della qualità della vita e, quindi, della domanda da parte della popolazione.

Diventa quindi palese la necessità di recuperare i materiali e l’energia attraverso un efficiente sistema di economia circolare basata sul riciclo. 

Tra i principali materiali considerati “critici” per la loro scarsità e per la loro importanza in diversi settori, la commissione europea ne ha riconosciuti 27, tra cui: Carbone fossile, fosforo, silicio, Magnesio, Boro, Cobalto, Litio.  In aggiunta a questi, vi sono poi tutti gli elementi che ogni giorno consumiamo come combustibili e fertilizzanti: Carbonio, idrogeno, Azoto, potassio, Calcio.

Ognuno di questi elementi è presente nel rifiuto che ogni giorno smaltiamo in discarica, o via incenerimento. Se vogliamo sviluppare un'economia circolare realmente sostenibile, dobbiamo indurre il nostro paese ad affrontare iniziative politiche coraggiose, capaci di portare ad un cambio di paradigma nel settore rifiuti.

L'unica strada possibile che abbiamo è quella di promuovere il recupero di materiali a partire dai rifiuti, riconoscendone il valore e fermare così quell’estrazione massiva che, irreversibilmente, porterà all’esaurimento delle riserve.

Buongiorno,

condivido in pieno la necessità di dare sostanza reale alle pratiche di recupero dei rifiuti. è ormai di tutta evidenza la necessità di istituire percorsi normativo-autorizzativi di filiera per la cessazione della qualifica di rifiuto di molti materiali che avrebbero già un possibile riutilizzo industriale, nello spirito d'incentivazione di una vera economia circolare.

A livello di opinione pubblica e politica, sul tema dei fanghi, si sconta però una generale diffidenza. In particolare in Veneto, la mia regione di provenienza, a seguito di diversi casi molto problematici (es. caso "Coimpo") legati a presunte (il procedimento è in corso) gestioni fraudolente di impianti di trattamento, i cittadini sono stati "bombardati" dai media con opinioni, in parte anche legittime, che hanno avuto come effetto collaterale l'arretramento culturale rispetto al tema dell'"end of waste".

Il mio suggerimento è quello di tentare di spiegare bene, sia in delibera che agli amministratori che dovranno proporla, la reale portata del tema, l'importanza del recupero di materia e l'impatto ambientale ed economico dell'incenerimento. è necessario inoltre favorire la trasparenza e la partecipazione del pubblico nel corso dei procedimenti autorizzativi degli impianti di trattamento perché, come di regola, si ha paura principalmente di ciò che non si conosce. 

Grazie

Buongiorno

Trovo il suo commento molto importante. Dobbiamo senza dubbio lavorare su due fronti: la proposta di soluzioni e la divulgazione. Usare eumans come strumento per coinvolgere cittadini è un primo passo. Possiamo anche lavorare all'organizzazione di incontri per spiegare cosa si può fare sul tema recupero di materia da fanghi e perché è urgente farlo!

 

Qualsiasi contributo è prezioso,

 

Andrea