L’end of waste è una grande opportunità per un paese che ha bisogno di occuparsi di ambiente, sostenere lo sviluppo e contrastare lo smaltimento illegale dei rifiuti. Per superare l’attuale situazione di stallo si potrebbe dare più spazio alle regioni.

https://www.lavoce.info/archives/59524/end-of-waste-e-i-rifiuti-si-trasformano-in-beni/

Per superare lo stallo servono regole chiare, filiere tracciabili e trasparenti e soprattutto sistemi di controllo moderni ed efficaci.

Una soluzione potrebbe essere la costituzione presso il ministero dell’Ambiente di un organo tecnico dedicato alla disciplina dei processi di EoW, con un calendario preciso e tassativo da rispettare. Le indicazioni per l’avvio dei decreti per le singole filiere potrebbero provenire dalle singole regioni, che giocherebbero un ruolo di apripista con il rilascio delle autorizzazioni in via provvisoria, da inviare contestualmente al ministero, il quale si pronuncerebbe sulla validazione (o annullamento) del provvedimento, che laddove recepito verrebbe esteso in modo omogeneo a tutto il territorio nazionale.

EoW è una grande opportunità in un paese che ha bisogno di occuparsi di ambiente, sostenere lo sviluppo e contrastare lo smaltimento illegale. Perché indugiare oltre?

 

In questa puntata di Presa Diretta si è parlato di end of waste fatto dall'industria del tessile nel distretto di Prato. 

Il tessile pare sia il settore con la più alta produzione di CO2 dopo il petrolio. Lì sono riusciti a chiudere il cerchio.

Altro punto che mi ha colpito. Pare che per garantire al pianeta un riscaldamento inferiore al 2% non basti abbattere la produzione di CO2 ma sia necessario eliminare la CO2 già presente, e pare che l'unica soluzione sia la forestazione, a partire dalle città. Si tratta letteralmente di ricoprire pareti e tetti, oltre alle strade, aree di parcheggio e via così. 

A Milano è stato fissato l'obiettivo di (mi pare) 3 milioni di alberi entro il 2030, su iniziativa di Boeri recepita dall'amministrazione.