
Mi faccio veicolo e portatore di quello che per me è stato un vero colpo di fulmine, una rivelazione sulla via di Damasco: il manifesto del diritto penale liberale. Parto così: c’è un eccesso di leggi per un eccesso di rancore! Come non essere d’accordo!
Il primissimo concetto che vorrei sottolineare è che siamo di fronte ad un imbarbarimento generale; per questo dobbiamo rafforzare i principi fondamentali del diritto penale in ambito sostanziale e processuale, in un momento storico nel quale si assiste alla loro sistematica demolizione perpetuata quotidianamente sia a livello normativo che culturale attraverso una forma superficiale e populista di “comunicazione liquida” anche a livello istituzionale.
Dice il Professor Sergio Seminara: serve una battaglia per evitare che cespugli diventino foreste, per promuovere la difesa, la riconquista e la riscoperta di valori culturali e civili.
Continua il Professor Carlo Fiore:
Siamo di fronte ad una “legislazione delle parole” in funzione della ricerca di un consenso. Un esempio? Spazza-canne: parole che vanno a sminuire i diritti, alcuni inviolabili per la costituzione, che portano la battaglia all’ultimo stadio, quello dell’ingiustizia.
L’avvocato Ennio Amodio con grande lucidità parla di forze politiche sostenute da un voto che sposta il diritto penale verso un populismo penale, spazzando via anni di duro lavoro. E fa un appello all’ordine costituzionale, dire NO alle barbarie del momento favorendo la costruzione di una diga che si ponga a difesa delle tradizioni illuministe e liberali, perché l’universo europeo sta per essere scardinato da un nuovo vocabolario penalistico; si affacciano nuove parole che scansano quelle che fino ad ora hanno tenuto banco nelle aule del diritto:
1 Razionalità: Beccaria era a favore di un trionfo della ragione contro l’arsenale repressivo medioevale; principi messi all’angolo da una sempre più presente emotività che spinge ad una crescente collera e una dilagante paura.
2 Proporzionalità tra la gravità dell’illecito e l’entità della pena: prontezza e certezza della pena, massima attenzione alla funzione rieducativa della pena.
3 Dignità..il tessuto connettivo umano ormai è impregnato di un sentimento di vendetta a favore di una “no entry zone” come se con questo slogan la mia sete di rabbia possa venir sedata! Come diceva Hugo: “fin troppo facile essere buoni, molto più difficile essere giusti”
Il Professore e Avvocato Vittorio Manes esordisce con la parola “crisi”, crisi nello stato di diritto, crisi culturale, economica, politica ma sopratutto valoriare, perché? Perché i valori sono anti-logici, non sono empatici e non-intuitivi ( come potrebbe essere la legge del taglione), quindi vanno spiegati. Ma perché è successo tutto questo? Perché questo germe si è annidato nel genere umano? Forse la verità è che questo paese non ha ancora metabolizzato il fatto di essere stato un paese fascista.
L’avvocato e Professore Oreste Dominioni parla di situazione sì dura, ma sostiene che in passato ci sono state situazioni ben più difficili e capeggiate da personaggi che non erano “omuncoli” e cito testuali parole:
Non sarei mai andato a presiedere a quel tavolo insieme a quel “omuncolo politico” perché rinnego il metodo, bisogna superare l’esperienza della “legge a singhiozzo” perché non diventi rampa di lancio per la “castrazione” (in generale)
Per Dominioni si sono persi due punti fondamentali: la presunzione di innocenza e gli istituti di controllo del carico giudiziario, ossia il principio di realtà
Ed è il Professor Nicolò Zanon che conclude magistralmente sostenendo che c’è una Corte Costituzionale lasciata completamente sola, sola nel chiedere la discrezionalità del legislatore ottenendo solo silenzi o provvedimenti non in linea con il pensiero della stessa Corte!
Ma la goccia scava la pietra, ed è per questo che chiediamo a tutti di diventare predicatori di una riforma, uniti nelle diversità.
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