Un "Duran Adam" per i diritti politici

Diritti politici, Mineo

Al tempo dei decreti-Salvini, gli strumenti di democrazia diretta sono un’arma importantissima per consentire ai cittadini di intervenire con forza nella cosa pubblica e attivarsi per abrogare le cattive leggi. Eppure in Italia è tecnicamente impossibile per i cittadini riuscire a promuovere iniziative popolari, a causa di enormi ostacoli all'applicazione dei nostri diritti politici.

Sei mesi fa, le acque si sono mosse: a Ottobre la Camera ha votato un emendamento che consente ai comitati promotori di iniziative popolari di delegare comuni cittadini per l'autentica delle firme.
Da allora il voto aspetta ancora di passare al vaglio del Senato. Se l’emendamento sarà confermato, finirà l’obbligo di far autenticare le firme da un pubblico ufficiale. Un obbligo che sembra un dettaglio tecnico, ma che fino ad oggi ha tenuto referendum e leggi popolari ostaggio di grandi partiti e sindacati: gli unici a disporre di un esercito di eletti locali (e quindi di autenticatori), e, non a caso, gli unici ad avere raccolto firme a sufficienza sui quesiti referendari negli ultimi otto anni.

A un passo dal traguardo, aspettando il voto in Senato, vale la pena raccontare il percorso politico che ci ha portati a questo risultato. Si tratta della lotta nonviolenta di Mario Staderini, ex segretario di Radicali italiani che in questi anni se n’è inventate di tutte per far valere i diritti politici dei cittadini: facendo aprire un processo contro l’Italia dal Comitato dei diritti umani all’ONU; presentando ricorsi in Cassazione sulla violazione dei diritti politici in corso; suggerendo emendamenti ai parlamentari di ogni schieramento per modificare le regole sulla raccolta firme; fino a lanciare un fantasioso Duran Adam (dal turco “stare in piedi”), manifestazione solitaria che per oltre un anno lo ha visto tutti i sabati davanti al Quirinale.

La richiesta del Duran Adam era ben precisa: ottenere l’intervento del Presidente Mattarella per rimuovere gli ostacoli al diritto costituzionale dei cittadini di partecipare alla vita politica.
Questo tipo di mobilitazione silenziosa è la stessa usata oggi da Greta Thunberg per i suoi scioperi del clima, che includono lunghi sit-in silenziosi sotto i palazzi del potere: la forza del Duran Adam sta proprio nel rivolgersi alle istituzioni perché tutelino i nostri diritti, non per far valere le nostre idee sulle altre.

Il Duran Adam per i diritti politici ha visto inizialmente il supporto di uno sparuto gruppo di militanti: Marco Cappato, Filomena Gallo e Marco Gentili dell’Associazione Luca Coscioni, come pure il sottoscritto, che con l’amico Gianmarco Cimorelli ha preso parte alla staffetta. In una seconda battuta gli obiettivi del Duran Adam hanno incontrato l’appoggio di tutto il movimento Radicali Italiani, fino ad arrivare alla votazione alla Camera dell’emendamento che abolisce il sistema degli autenticatori. Decisivo è stato anche l’appoggio del Ministro per la Democrazia Diretta Riccardo Fraccaro, che ne ha fatto un punto caratterizzante, determinando il voto favorevole della maggioranza sull’emendamento.

Aspettando il voto in Senato, speriamo di metterci definitivamente alle spalle il sistema discriminatorio dell’autentica delle firme da parte di pubblico ufficiale. Sarà un successo per tutti i cittadini, che potranno tornare ad attivare gli strumenti di democrazia diretta, liberi dall’esclusiva di grandi partiti e sindacati.

Da subito, però, toccherà chiedere uno sforzo in più alle istituzioni, e battersi per una riforma complessiva dell’iniziativa popolare: superare l’attuale sistema ottocentesco di vidimazione, introdurre finalmente le firme digitali, come si confà a una democrazia degna di questo nome nel ventunesimo secolo.

Perché la migliore prassi in politica resta questa: dimenticarsi in fretta dei successi ottenuti, per tornare svelti a pretenderne di nuovi. A ricordarcelo, stavolta, è proprio il metodo Staderini, l’attivismo che non molla per i diritti di tutti.